Una grande serata a sostegno della Fondazione Una Nessuna Centomila e sold out per la proiezione speciale di C’è ancora domani, il film di debutto alla regia di Paola Cortellesi, presentato in anteprima ieri sera, mercoledì 25 ottobre, nell’ambito della XVIII edizione della Festa del Cinema di Roma, e disponibile nelle sale a partire da oggi giovedì 26 ottobre.
L’intero ricavato dell’acquisto dei biglietti è stato destinato alla Fondazione Una Nessuna Centomila per le sue attività di supporto ai centri antiviolenza italiani: per riservare un posto era necessario effettuare una donazione sul sito ufficiale della Fondazione e l’evento ha fatto il tutto esaurito in pochissimo tempo con oltre 600 prenotazioni.
Una grande serata di raccolta fondi e una nuova chiamata alle arti da parte della Fondazione, del cui Comitato Artistico fa parte anche la stessa Paola Cortellesi insieme a numerosi altri artisti come Anna Foglietta, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Giuliano Sangiorgi, Massimiliano Caiazzo, Noemi, Paola Turci, Valentina Romani, Vanessa Scalera e Vittoria Puccini. Fra i presenti, anche Paola Minaccioni. Prima della proiezione, di fronte a una platea gremita di spettatori, insieme a Paola Cortellesi sono salite sul palco anche Anna Foglietta e Giulia Minoli, presidente di Una Nessuna Centomila, per una riflessione sull’attualità di un dramedy ambientato nella Roma degli anni ‘40 la cui protagonista, Delia, è, come tante altre donne dell’epoca, prigioniera di quei ruoli di madre e moglie che la società e un marito-padrone hanno stabilito per lei.
Dopo i ringraziamenti a Paola Cortellesi e Vision Distribution per aver reso possibile l’iniziativa, queste le parole di Anna Foglietta: “La Fondazione Una Nessuna Centomila ha pensato che un cambiamento radicale non si possa attuare senza un processo culturale che racconti la realtà di una società ancora profondamente incentrata su uno stereotipo obsoleto. Abbiamo bisogno di rendere evidente, nelle parole e nelle immagini, una volontà che punti a modificare l’educazione, le aspirazioni, la libertà di scelta degli individui, uomini e donne, nel tentativo di aprire un dibattito costruttivo. La retorica che vede le donne come svantaggiate e bisognose di protezione deve essere interrotta a favore di una narrazione più congrua; la parità a cui auspichiamo viene tradita dalla realtà, una realtà che troppo frequentemente ci vede un passo dietro gli uomini. E questa è la ragione per cui il film di Paola Cortellesi è così emblematico. Un film intelligente nella sua assoluta semplicità, nel suo riuscire a restituire la violenza di genere come un dato di fatto. Non facciamo finta che non esista: il dato è che la violenza di genere esiste ed è sempre quella del maschile sul femminile, e nel film di Paola questo è molto evidente. Il lascito che dona a noi spettatori è imperituro e significativo perché ci passa la palla, ci invita a reagire. Da tempo non mi capitava di uscire dalla visione di un film con la voglia di cambiare il mondo, con la consapevolezza del potere che è in mano a ogni singolo essere umano che con le sue azioni ha la possibilità di invertire rotte che sembrano prestabilite.”
A seguire Giulia Minoli: “La Fondazione Una Nessuna Centomila è nata per restare. Resterà per supportare quei presidi straordinari e fondamentali che sono i centri antiviolenza, che ogni giorno aiutano le donne a fuoriuscire dalla spirale della violenza, a ricostruirsi, a raggiungere l’autonomia economica. Il nostro lavoro si concentrerà anche sulle scuole, perché la prevenzione è fondamentale e fondamentali sono percorsi di educazione sentimentale e all’affettività, per sradicare il seme della violenza e instillare quello del rispetto. Paola ci ha dato un’opportunità unica, ossia dimostrare che con il cinema si può fare filantropia. Quando usciremo dalla sala penseremo: bene, che cosa possiamo fare per attuare il cambiamento? E la Fondazione Una Nessuna Centomila è qui proprio per provare a rispondere a questa domanda. L’iniziativa di ieri sera si svolge a un mese esatto dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne: oggi, per la Fondazione, inizia un percorso denso di incontri, ma il 25 novembre dovrebbe ricorrere tutti i giorni.”
“L’idea del film è nata dalla voglia di raccontare le storie che ho appreso dai racconti della mia famiglia: le nonne, ma anche le zie, i miei genitori. In quei racconti c’erano gioie e dolori delle vite che avevano incrociato: i parenti, i vicini di casa, le comari nel cortile, i bambini in strada. Storie drammatiche, divertenti, paradossali, a volte tragiche” così Paola Cortellesi “In ognuna di esse c’erano donne comuni che avevano accettato una vita di prevaricazioni perché così doveva essere, senza porsi domande. Desideravo raccontare questa disillusione – in un’epoca in cui i diritti femminili erano pressoché inesistenti- e insieme la nascita di una consapevolezza, un germe spontaneo, nella vita di una donna qualunque. Per questo sono davvero molto orgogliosa di far parte del progetto della Fondazione Una Nessuna Centomila e spero che la serata di ieri sera sia solo l’inizio di una lunga collaborazione, non soltanto con il mondo della musica ma anche con quello del cinema.”
Una pellicola in bianco e nero ambientata nella Roma dell’immediato dopoguerra che però offre non pochi spunti di riflessione sul presente. Con questo film, la Fondazione Una Nessuna Centomila realizza una nuova, importante collaborazione, prova del fatto che la Fondazione è riuscita a trasmettere uno dei suoi impegni fondamentali, ossia sostenere la cultura in ogni sua declinazione come strumento fondamentale nel difficile racconto della violenza maschile contro le donne, degli stereotipi di genere, della cultura patriarcale e dei suoi retaggi.
Delia (Paola Cortellesi) è la moglie di Ivano e la madre di tre figli. Ivano (Valerio Mastandrea) è capo supremo e padrone della famiglia, lavora duramente per portare i pochi soldi a casa e non perde occasione di sottolinearlo, a volte con toni sprezzanti, talora con la cinghia. Ha rispetto esclusivamente per il padre, il Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), un vecchio dispotico di cui Delia è a tutti gli effetti la badante. L’unico sollievo di Delia è l’amica Marisa (Emanuela Fanelli), con cui condivide momenti di leggerezza e qualche intima confidenza. È primavera e tutta la famiglia è in fermento per l’imminente fidanzamento dell’amata primogenita Marcella (Romana Maggiora Vergano), pronta a sposarsi il prima possibile con Giulio (Francesco Centorame) per liberarsi finalmente della sua famiglia. Anche Delia non chiede altro: accetta la vita che le è toccata e un buon matrimonio per la figlia è tutto ciò a cui aspira. L’arrivo di una lettera misteriosa però, rovescia tutte le carte in tavola e la mette di fronte alla possibilità di un futuro migliore, non soltanto per lei.
Prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa, C’è ancora domani è un film di Paola Cortellesi con Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli, Romana Maggiora Vergano, Giorgio Colangeli e Vinicio Marchioni. Soggetto e sceneggiatura di Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi. Una produzione Wildside, società del gruppo Fremantle, e Visiondistribution, società del gruppo Sky, in collaborazione con Sky e Netflix. Durata 118 minuti.